Persone
Diverse sono le persone che negli anni sono passate da Ca’ di David lasciando un ricordo indelebile nella nostra comunità, tra queste, vogliano di seguito ricordarne alcune che con il loro valore e impegno sociale ancora oggi vivono tra noi, anche attraverso parchi e strutture a loro dedicate.
Gino Compri
Nato del 1902 Fondatore e direttore della Corale Santa Cecilia, conosciuta ben oltre l’ambito provinciale.
Maestro convinto e convincente, visse nel suo lavoro e nella smisurata passione per la musica, è stato un pioniere nel campo della musica sacra rimanendo sempre fedele al suo ideale di musicista cristiano.
Scomparso nel 1979, il gruppo genitori e docenti lo omaggia dedicandogli l’auditorium della scuola media E. Salgari di via Turazza mentre il Comune di Verona intitola a suo nome l’omonima via Gino Compri.
Giuseppe Manzini
Nato nell’allora comune di Ca’ di David nel 1866, Monsignor Giuseppe Manzini fu un benefattore, ecclesiastico e uomo attento al sociale, manifestando fin da piccolo l’attitudine alla pietà religiosa e all’interesse per i poveri.
Studiò in seminario e venne ordinato sacerdote nel 1889, proseguendo nel suo percorso a Casaleone per poi passare nella parrocchia di San Pietro di Legnago dove si occupò anche della cura delle anime dei malati di quel piccolo ospedale.
Dotato di ottima e trascinante oratoria, combatteva la ricchezza e il silenzio colpevole di chi possedeva e fingeva di non vedere, reclamava salari adeguati per i lavoranti e riprendeva con molta franchezza quei cattolici, pieni di potere e di denaro, ma insensibili alla voce del Vangelo.
Fu fondatore delle Casse Rurali a Verona e nel Veneto, Sindaco dal 1896 al 1898 e Consigliere dal 1900 al 1903, e della Società Cattolica di Assicurazione.
Come riportato dallo scrittore Giancarlo Volpato, Giuseppe Manzini contribui alla nascita e all’irrobustimento di cooperative che, con la loro positiva azione, determinarono un’inversione di tendenza rispetto alla tragica situazione in cui si erano trovati i ceti agricoli e le masse giornaliere in preda ad usurai di paese, di padroni senza scrupoli e di uno Stato presente solo quando si trattava di sottrarre i giovani alla famiglia con la leva obbligatoria e, per il resto, di gravare sulle povere economie con prelievi impositivi assai pesanti.
Si legò al movimento cristiano sociale, fu responsabile del collegio degli Accoliti, e promosse l’associazione Amici dell’Arte Cristiana, dopo il primo dopoguerra divenne assistente generale della gioventù italiana di Azione Cattolica, e successivamente nel 1929 venne nominato Vicario generale della Diocesi di Verona.
Scomparve a Verona il 19 luglio 1956 con il Comune di Verona che gli dedico una via, il suo nome, la sua figura, la sua attività sociale trovarono e trovano spazio in tutte le storie sulle Casse Rurali, sulle banche etiche, e sugli avvenimenti legati al movimento cristiano sociale italiano.
Silvio Aldrighetti
Monsignor Silvio Aldrighetti, nato a Pescantina nel 1879, fu cappellano del battaglione Alpini Valdadige, in attività, durante la Grande Guerra, sul fronte del Monte Altissimo, lago di Loppio e Coni Zugna, dove operò nell’assistenza morale e spirituale ai soldati spesso con loro in trincea, ferito a Malga Zugna il 12 luglio 1916, venne decorato con la medaglia di bronzo e nel 1946 fu nominato Monsignore e canonico onorario del Capitolo della Cattedrale.
A seguire divenne quindi parroco a Ca’ di David.
Scomparso il 31 luglio 1955, il Comune di Verona intitola a suo nome la scuola dell’infanzia di via Vittorio della Vittoria, sempre a suo nome è inoltre dedicata una sala dei locali parrocchiali destinata ad attività comunitarie e sociali.
Ireneo Aldegheri
Monsignor Ireneo Aldegheri, nato a Villafranca nel 1913, da prima Vicario a Castagnaro, fu poi cappellano militare degli Alpini, duranta la Seconda Guerra Mondiale, inseguito insegnante di lettere nel ginnasio di Roverè e quindi incaricato dell’Opere Vocazioni Ecclesiastiche.
A seguire nel 1947 divenne parroco a Ca’ di David, e dove poté orientare la propria pastoralità sulle linee della liturgia, della catecheso e di una presenza attenta e operosa tra la popolazione.
Il ministero di Mons. Aldegheri ricevette un’impronta decisa dalla tradizione di rinnovamento liturgico ormai saldamente radicata a Ca’ di David, parrocchia di origine di Mons. Manzini e di attività pastorale del precedessore Mons. Silvio Aldrighetti.
Sua la scelta di dedicare a San Gallo il capitello situato nella contrada di Fracazzole.
Scomparso il 7 novembre 1988 durante le sue funzioni di Parroco nella chiesa di Villafranca.
Giuseppe Faccincani
Giornalista cadidavese, redattore capo del quotidiano L’Arena e medaglia d’oro cittadina per l’impegno professionale e civico.
Con talento, competenza e serietà, ha saputo dare testimonianza di come anche in periodi difficili come fu quello del dopoguerra fosse possibile mettersi al servizio dei lettori e dei cittadini.
Negli anni ’40 vinse alcuni concorsi di poesia e pubblica alcuni saggi di giornalismo sul dialetto e traduzioni dal latino al dialetto veronese.
Scomparso nel 1997, in seguito a un tragico incedente stradale, il Comune di Verona intitola a suo nome il parco di via Gino Compri.
Giuseppe Gonzato
Don Giuseppe Gonzato, meglio conosciuto come Don Bepo, nacque a Colognola ai Colli il 27 aprile 1889, consacrato sacerdote nel 1914 dopo l’ordinazione ricevette l’incarico di Vicario parrocchiale ad Albaredo d’Adige.
Già sottoposto a visita e immatricolazione militare nel 1910 e congedo nel 1913, nell’imminenza dell’entrata in guerra dell’Italia fu chiamato alle armi nel 1915)e comandato quale cappellano militare dapprima presso l’8° reggimento Bersaglieri, poi presso l’ospedaletto da campo n.091, infine presso il battaglione alpino Verona.
Nel giugno del 1917, assistette con eroica dedizione i suoi alpini sull’Ortigara, incurante dei pericoli, tanto che un ufficiale superiore, poi però caduto in battaglia, l’avrebbe proposto per il conferimento d’una medaglia d’argento al valore.
Sull’Ortigara Don Bepo fu ferito e fatto prigioniero nel novembre 1917, liberato e rientrato in patria l’anno successivo, fu congedato nel luglio 1919, successivamente venne nominato cooperatore a Legnago, poi a Ca’ di David dal 1922 al 1928.
Dopo un breve parentesi come Parroco di Castelnuovo fu chiamato a Roma a reggere la segreteria della pontificia opera “Propaganda fide”, divenendovi Direttore della rivista quindicinale “Crociata missionaria” fino al 1946 quando tornò a Verona, stabilendosi a Ca’ di David con le sue quattro sorelle.
Animo d’apostolo, fu appassionato e apprezzato predicatore; fece della valorizzazione del sacrificio degli alpini sull’Ortigara e del recupero dei resti di quanti vi caddero la missione della sua vita.
Ricevette il titolo di Mnsignore nel 1935 e quella di Cameriere segreto del Pontefice nel 1939.
Sua fu l’idea di erigere una chiesetta dedicata ai morti alpini a passo Pelagatta, presso il rifugio che la Sezione volle erigere a ricordo del presidente Pompeo Scalorbi con rifugio e chiesetta inaugurati il 14 settembre 1952.
Qualche mese dopo, nel primo mattino del 18 gennaio del 1953, venne a mancare mentre si trovava come predicatore nella canonica di Bonavicina.
Ai suoi funerali a Ca’ di David si raccolse una folla immensa di alpini, e la sua figura continuò e continua ad essere ricordata con affetto e devozione.
A Ca’ di David, nel cimitero di via dei Santi è presente una cappella a suo nome, mentre una via “Don Bepo” si trova nell’intersezione con la principale via Colonnello Fasoli.
Sergio Sega
Cresciuto nella squadra dilettantistica l’A.C.D. Cadidavid, è stato un calciatore e un attaccante dotato di grande senso del gol. Ceduto nel 1946 al Verona si impone giovanissimo in Serie B divenendo per 3 anni consecutivi, nel 1947, 1948 e 1949, il capocannoniere gialloblù, per poi ripetersi nel 1951.
Esordisce in Serie A nel 1952 con la SPAL di Paolo Mazza giocando 24 partite e segnando 11 reti, nel 1954 torna al Verona collezionando 19 presenze e 4 centri in Serie B, scende quindi di categoria passando al Treviso in Serie C e terminando successivamente la sua carriera nel 1957 a soli 30 anni.
Con 224 gare e 73 reti segnate in 7 stagioni è il secondo miglior realizzatore di tutti i tempi del Verona, preceduto solo dall’italo brasiliano Arnaldo Porta, ma l’unico che per ben quattro volte ne sia stato il capocannoniere.
Scomparso nel 1988, il Comune di Verona intitola a suo nome l’attuale impianto sportivo di via Turazza, sede della società sportiva dell’A.C.D. Cadidavid.
Luciano Albertini
Il pittore Luciano Lucillo Albertini, nato a Verona nel 1910, già da giovane dimostrò un grande interesse per la pittura e grazie alla disponibilità dei genitori il suo talento poté esprimersi nel periodo degli studi nel collegio di Desenzano del Garda.
Dal 1930 al 1940 frequentò lo studio romano di Giacomo Balla, il quale diventò non solo il suo maestro ma anche amico personale consigliandogli di ricercare uno stile di pittura molto più rapido per l’impressione del proprio pensiero pittorico. Successivamente alla sua prima esposizione del 1931, Luciano Albertini iniziò a viaggiare ed esporre per tutta Europa nelle principali capitali come Berlino, Vienna, Parigi, Madrid ed Amsterdam.
Lo stile di pittura di Luciano Albertini spaziava dalla ritrattistica, al paesaggio e alla natura morta, con tecniche dell’uso dei colori ad olio, acquerelli, tempere, chine, applicate su supporti di tela, cartoncini, carta e soprattutto faesite per la pittura ad olio.
Nel 1949 conobbe il regista cinematografico Pietro Germi e gli attori Vittorio Gassman, Walter Chiari e soprattutto Ugo Tognazzi, il quale dipinse nella casa di Albertini a Ca’ di David un dipinto ad olio che tuttora viene gelosamente conservato dalla famiglia. Albertini ebbe anche modo di avere un piccolo ruolo in un film del Germi.
Nel 1950 a causa di alcune ferite dovute ad un incidente stradale il maestro fu costretto ad interrompere momentaneamente il lavoro all’aria aperta ed a lavorare nel suo studio in via Sottoriva a Verona e nella casa di famiglia a Ca’ di David.
L’ultimo periodo che va dagli anni 70′ al 81′, fu un periodo di continua evoluzione stilistica per il pittore che divenne un punto di riferimento per i pittori locali e le numerose esposizioni lo portarono a produrre una vasta quantità di dipinti, che nei suoi ultimi anni di vita divennero simili ad una “produzione in serie”.
In seguito di una caduta nell’intento di raccogliere dei fiori da utilizzare per un nuovo dipinto, la salute di Luciano Albertini iniziò inesorabilmente ad aggravarsi con la sua scomparsa che avvenne il 1 febbraio 1985 dopo una lunga degenza ospedaliera a Verona.