Campagna
Il territorio agricolo di Ca’ di David fa parte dell’area anticamente nota come “Campanea maior”, situata in destra idrografica dell’Adige e facente parte della “Campanea Communis Veronae”, possedimenti confermati a Verona dall’imperatore Barbarossa con la pace di Costanza del 1183.
Queste campagne, aventi terreno ghiaioso di origine alluvionale risultato dell’azione fluvio-glaciale imponente dell’Adige, furono dedicate per lungo tempo al pascolo del bestiame più rustico, come le pecore.
A partire dalla seconda metà del 1200 la campagna venne suddivisa in appezzamenti in affitto o proprietà, con zone per il pascolo e per l’agricoltura, secondo i fattori ambientali, per esempio la zona della Caprara povera di acque in superficie, direzione San Giovanni Lupatoto, con allevamento di bovini e pecore, mentre la zona del Bovo-Bovolino con allevamento estensivo al pascolo di bovini grazie alla presenza di acqua e opere idrauliche.
Gli elementi di naturalità del territorio, quali boschetti, erano anch’essi ben sviluppati a Fracazzole lungo le risorgive, in particolare il Menago, ma anche al Bovo, lungo la fossa Boletta e in località Magnano che sarebbe stato luogo di battaglia nel 1799 tra truppe francesi e tedesche.
Nei secoli XVI e XVII vennero scavate molte delle attuali fosse al fine di usare l’acqua di risorgiva, vista l’assenza di acqua di superficie, per scopi di irrigazione agricola della pianura veronese comprese le risaie di Buttapietra e Isola della Scala, è il caso ad esempio delle Fosse Bova, Campagna, Toniola, Brà, Vannina e Palazzina.
Tali opere non produssero però lo sviluppo agricolo della “Campanea maior”, essa rimase ancora sterile e con magre rendite per chi conduceva i fondi fino al 1900, prima infatti, per contrasti e mancanza di conoscenze tecniche o per questioni di controllo militare del territorio aperto, di dominazione austriaca, l’irrigazione dei terreni attorno a Ca’ di David non era praticata.
Solo dopo l’Unità d’Italia, con la costituzione del Consorzio Alto Agro Veronese, il Conagro nel 1880, si diede slancio all’irrigazione di tutta la pianura veronese grazie ad una canale che pescava l’acqua dell’Adige a Rivoli Veronese non distante dalla chiusa di Ceraino che, dopo una biforcazione all’altezza della frazione di Chievo, raggiungeva la “Campanea maior”.
Dal 1914 si ebbe la massima efficienza del canale, dopo aver spostato l’opera di presa da Gaium a Sciorne di Rivoli Veronese, e assieme alle scoperte scientifiche nel campo della fertilizzazione chimica, i valori dei terreni crebbero eccezionalmente, con sviluppo di seminativi come mais e cereali, prati da foraggio e l’introduzione di vigneti e frutteti come peschi, meli, peri e fragole.
Il canale Alto Agro è tra l’altro ancora in funzione e lo si può percorrere grazie alla ciclopista delle Risorgive realizzata pochi anni fa dal Consorzio di Bonifica Veronese.
Nel corso dei secoli la nostra campagna è stata modellata, alterata ed antropizzata portando ad una graduale marginalizzazione dei caratteri genetici, limitati alle risorgive con vegetazione umida residua di contorno ed associata fauna ed alle lievi depressioni, memoria di piccoli antichi fiumi perduti, i paleoalvei.