Ascolto, confronto con adulti in assenza di figure di riferimento, bisogno di spazi gratuiti coperti e sicurezza, soprattutto per le ragazze.

A queste e a molte altre domande risponde il progetto “Educativa di strada” del Comune di Verona che nell’ultimo anno ha interessato anche il quartiere di Borgo Roma, intercettando e affrontare i bisogni, le aspettative e le fragilità di quei ragazzi che abitano le strade della città come luogo di esperienza e di relazione, grazie all’attivazione di numerosi soggetti istituzionali e di volontariato, pubblici e privati.

Un progetto cura dell’Assessorato ai servizi sociali, del terzo settore e alle politiche giovanili, messo in campo al fine di mettere a terra una strategia per intercettare e affrontare i bisogni, le aspettative e le fragilità di quei ragazzi che non arrivano ai servizi sociali strutturati nelle sede istituzionali, come quella del Comune.

Un approccio organizzato con 3 educatori di strada che stazionano nei quartieri, tra i quali come accennato quello Borgo Roma, durante i pomeriggi settimanali per 20 ore di incontri frontali, intercettando, facendo conoscenza e instaurando relazioni di fiducia con ragazzi mediamente tra i 14 e i 21 anni, italiani e immigrati di seconda generazione.

Silvia Cracco, coordinatrice del progetto per il comune di Verona ha spiegato come questi operatori incontrino i ragazzi, “Li ascoltino e provano a immaginare insieme a loro prospettive diverse, sono giovani che hanno interessi, abilità, competenze che possono essere sviluppate accompagnandoli con progettualità individuali e di gruppo, provando anche a fare da adulti di riferimento che non sempre riescono a trovare in altri contesti”.

Il format pilota che interessa i due quartieri è stato individuato dopo 6 mesi di mappatura dei luoghi di ritrovo dei ragazzi, vicino alle scuole superiori in centro città e in periferia come ad esempio parco San Giacomo, dove da qui i giovani transitano in prevalenza, muovendosi di continuo in gruppi di 3 massimo 5 persone, interagendo con altri gruppi e formandone di nuovi.

L’iniziativa ha raggiunto circa 80 ragazzi, costituendo un gruppo di 20 di unità e con esso 2 eventi cui hanno partecipato circa 120 giovani con per Borgo Roma anche la costituzione di un tavolo di lavoro permanente di riflessione sul territorio per creare azioni educative condivise e coordinate, quindi di maggior impatto.

Soddisfazione da parte dell’Assessora ai servizi sociali e terzo settore Luisa Ceni: “Dopo decenni anni di vuoto, riparte un servizio importante riservato ai giovani, l’educativa di strada. Si tratta di una buona pratica di avvicinamento ai ragazzi nei loro luoghi di incontro che l’amministrazione ha rimesso in pista per aiutare i nostri giovani che rappresentano il futuro della città. Dopo una sperimentazione durata 14 mesi, rendiamo questa iniziativa strutturale non più all’interno del servizio educativo territoriale, bensì estendendola al sistema educativo territoriale che include anche le attività erogate dalle politiche giovanili e dai servizi sociali. Parlando di servizio è una cosa, parlare di sistema ha tutta un’altra valenza. In modo aggiornato con i tempi ci siamo fatti affiancare nella formazione e nel coordinamento dell’attività dei diversi soggetti coinvolti dai maggiori esperti del Paese, gli educatori del gruppo Abele di Torino”.

Della stessa opinione l’Assessore alle politiche giovanili Jacopo Buffolo che nel contesto ha aggiunto, “Il progetto dell’educativa di strada punta a fare rete, a costruire relazioni laddove mancano nella società. Come manca uno spazio che possa accogliere a costo zero per i ragazzi. Il tema è capire come tutti i soggetti della rete che incontrano ragazze e ragazze adolescenti possano dare degli strumenti di intervento in più di intervento, delle visioni di proiezione, anche del sé in relazione con l’altro e in relazione con il territorio. Il primo bilancio di quest’anno di progettualità è positivo, ora pensiamo al futuro. Nel quartiere di Borgo Roma quest’anno è stato riaperto lo Spazio Link, una dimostrazione della capacità del Comune di creare un General HUB e quindi di costruire sinergie tra i soggetti presenti e molto attivi sul fronte del recupero delle relazioni con il mondo giovanile: i servizi del Comune, tutte le realtà del terzo settore, nonché le parrocchie”.