A.C.D. CADIDAVID CONOSCIAMOCI MEGLIO
Torna il consueto appuntamento sportivo con la rubrica “A.C.D. Cadidavid conosciamoci meglio”, dedicata alla squadra calcistica del nostro paese e nella quale andremo a presentarvi un membro della società in modo da conoscere meglio lo staff e i giocatori che ogni domenica scendono in campo per difendere gli storici colori biancoblù.
Ospite di questa breve intervista Stefano Ferrillo, nuovo allenatore della squadra juniores.
Benvenuto mister Ferrillo e grazie per avere accettato la nostra intervista
Grazie a voi per l’invito e per la possibilità di presentarmi ai nostri nuovi tifosi e sostenitori
Vorremo iniziare chiedendole come ha ritrovato un ambiente che, ricordiamo ai nostri lettori, già conosceva sia come giocatore che allenatore
Si esatto ho giocato qui a Cadidavid per 10 anni nelle giovanili e poi ho allenato, negli scorsi anni, le squadre allievi provinciali e juniores regionali. Quest’anno qui ho ritrovato l’amichevole e sereno ambiente che avevo lasciato a causa della pandemia e della nascita di mia figlia un paio di stagioni fa: qui comanda la sana passione per il calcio e la volontà del bene comune per il Cadidavid, in definitiva qui è una grande famiglia
Sappiamo che dopo la stagione al Peschiera, oltre alla possibilità di continuare, aveva avuto diverse altre offerte, cosa la spinta a scegliere proprio il Cadidavid?
Il Cadidavid, a livello calcistico, è stata e sempre sarà casa mia per cui è stata facile la scelta una volta che mi era stata palesata la possibilità di tornare
Può darci un parere su questo nuovo giovane gruppo che si è trovato ad allenare
Sicuramente è un gruppo molto giovane per la categoria che affrontiamo con circa una ventina di ragazzi nati nel 2006 e tre ragazzi nati nel 2004 ma è un gruppo coeso, volenteroso ed anche di valore a livello qualitativo oltre che essere composto da ragazzi ben educati e grintosi: credo che sia in questa stagione che nella prossima potremo sicuramente fare delle buone cose e potremo anche fornire qualche giocatore alla prima squadra
Quale importanza attribuisci ai settori giovanili?
I settori giovanili devono essere la base di ogni società calcistica che si rispetti e devono essere coltivati con cura e serietà perché i giocatori di domani nascono proprio da lì, ricordiamoci che ogni giocatore che oggi gioca in ogni prima squadra è stato qualche tempo fa un bambino con una gran voglia di imparare. I settori giovanili, se ben curati, possono inoltre anche essere a livello economico un grande aiuto perché se un giocatore sale in prima squadra sicuramente permette alla società di risparmiare quanto meno un ingaggio oltre che portare nuova linfa al gruppo
C’è un’età giusta per avvicinarsi al calcio?
Penso che il miglior momento per iniziare a giocare sia tra i 6 ed i 10 anni perché è in quell’età che i bambini sono più propensi ad imparare ed a migliorarsi, sia chiaro che un giocatore si può sempre migliorare, ma più si cresce e meno è il margine migliorabile e meno si è propensi ad accettare critiche ed insegnamenti a mio parere
Quali insegnamenti crede bisognerebbe trasmettere ai giovanissimi che si avvicinano al calcio?
Sicuramente il primo insegnamento che i bambini devono imparare è il concetto di squadra ed il concreto insegnamento che da soli non possono fare nulla in uno sport di squadra come questo. Ho mio figlio di quasi 9 anni che gioca a calcio e troppo spesso vedo nella sua squadra, ad esempio, bambini che fanno tutto da soli senza prendere in considerazione i compagni di squadra ed il prezioso aiuto che questi potrebbero fornire con la logica conseguenza poi di fare azioni che non portano a nulla. Bisogna ricordarsi che il campo ad un certo punto finisce, l’avversario prima o poi porterà via il pallone, ma il compagno di squadra invece c’è sempre. Chiaramente non sono contrario al fatto che i ragazzi coltivino anche il proprio talento solista ma questo deve essere fatto fino ad un certo punto perché ricordiamoci che questo è uno sport di squadra in fin dei conti
Passando a parlare di calcio giocato, quali sono i principi a cui non può rinunciare?
Questa non è una domanda facile perché al livello in cui alleno io non si svolgono campagne acquisti faraoniche o non si fa la tipica lista della spesa col mister per allestire la rosa, mi adeguo ai ragazzi che trovo e che le società mi forniscono, cercando di far rendere al massimo ciò che mi viene affidato. Ritengo un principio però fondamentale quello secondo cui il calcio è un gioco semplice e che se la palla ce l’ha la mia squadra non ce l’ha l’avversario, per il resto possiamo senz’altro dire che, da buon ex difensore, cerco di costruire le mie squadre in primis dalla difesa e dalla fase difensiva, che deve essere sempre attenta ed unita
Con lei dal Peschiera è arrivato al Cadidavid anche il suo allenatore in seconda Enrico Casagrande, ci hanno riferito che tra voi c’è un ottimo rapporto umano oltre che professionale, conferma?
Assolutamente si, con Enrico ci conosciamo sin da quando eravamo ragazzini ed abbiamo anche giocato contro diverse volte, è un ottimo aiuto in quanto è una persona seria, con grande voglia di migliorarsi ed anche a livello tattico sa il fatto suo, è davvero un preziosissimo aiuto anche nelle situazioni complicate
Quest’anno, insieme a lei, è arrivato al Cadidavid anche mister Ghirardello, ha avuto modo di conoscerlo e parlare un po’ di calcio?
Si certamente, mister Ghirardello è un grande conoscitore del calcio e quello che lo rende speciale, e che traspare ogni volta che mi confronto con lui, è anche il fatto che sia stato un calciatore professionista che è una cosa che lo eleva ad un livello più alto di pensiero calcistico
Nel contesto, tra allenamenti e partite, ha già visto qualche giocatore che potrebbe ambire alla prima squadra?
Assolutamente si, secondo me nell’immediato tutti i ragazzi nati nel 2004 a mia disposizione potrebbero aiutare già da ora la nostra prima squadra ma c’è anche qualche giovane nato nel 2006 che secondo me nel giro di breve potrebbe risultare subito utile alla causa, non faccio nomi perché non mi sembra corretto, ma molti hanno il potenziale giusto, vedremo poi se saranno in grado di svilupparlo nel modo giusto e con la testa giusta soprattutto perché in prima squadra il pensiero di un giocatore che arriva dalle giovanili deve cambiare radicalmente se si vuole entrare nel loop corretto e se si vuole fare qualcosa di buono. Sono dell’idea che già dalla juniores la mentalità e l’atteggiamento verso il calcio devono cambiare, in prima squadra il concetto di cambiamento di mentalità deve elevarsi all’ennesima potenza e chi è in grado di sopportare questo cambiamento può fare ottime cose mentre per gli altri non c’è futuro
Al di là dell’obbiettivo chiesto dalla società, dove crede potrebbe arrivare la squadra a fine stagione?
Sicuramente dobbiamo arrivare a concorrere per la fase elite del torneo, per il resto non mi esprimo
Capiamo che per lei il Cadidavid non è solo un lavoro ma una passione, come ultima domanda vorremo quindi che spiegasse ai nostri lettori perché dovrebbero scegliere il Cadidavid per i loro figli
La risposta è molto semplice, qui a Cadidavid c’è una mentalità sana secondo la quale tutti devono avere una possibilità e poi qui, come ho già detto all’inizio di questa intervista, è una grande famiglia
Bene, con quest’ultima domanda, ringraziando Stefano Ferrillo per il tempo dedicato, vi rinnoviamo l’appuntamento con la nostra rubrica alla prossima settimana per conoscere insieme un nuovo membro della storica società calcistica di Ca’ di David.