VERONA ADERISCE ALLA RETE RE.A.DY.
E’ stata approvata dal Consiglio comunale di questa sera, con 21 voti favorevoli e 4 contrari, la delibera che definisce l’ingresso del Comune scaligero nella Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, con la sottoscrizione della carta d’intenti che specifica le attività che la Rete propone di mettere in campo.
La delibera, votata ieri in Consiglio Comunale, se pure abbia trovato d’accordo le diverse forze politiche sull’importanza della Carta di Intenti, lascia perplessa l’opposizione sulla scelta dei tempi considerai gli attuali problemi che la città e il paese stanno vivendo.
Di seguito, alcuni degli interventi esposti:
Federico Sboarina, Battiti per Verona, “Forse le priorità su cui si dovevano fare le corse erano altre visto che in questi primi 100 giorni di Amministrazione ancora nulla di concreto è stato fatto. Quando di parla di discriminazione è evidente che chiunque all’interna di quest’aula e dentro la nostra comunità deve battersi contro, per tutelare la libertà di tutti. Non dovrebbe esserci bisogno di aderire ad una Rete. Sono cose già previste e normate dalla Costituzione. Voi rincorrete solo una ideologia. Non è ancora chiaro cosa volete fare nel concreto e quanto volte investire. Non esiste una città buona e non buona. Qui nessuno combatte la difesa di diritti ma chiede chiarezza sulle scelte politiche che una parte vuole portare avanti”.
Marco Padovani, Fratelli d’Italia, “Nessuno vuole discriminare nessuno e riteniamo importante l’inclusione sociale. Definite questo atto una delibera importante per l’Amministrazione, eppure questa sera oltre al sindaco Tommasi mancano in aula gli assessori che per competenze si occupano di sociale e scuola. Forse sarebbe stato opportuno chiarire quali sono le azioni che intendete portare avanti come conseguenza dell’adesione alla Rete RE.A.DY”.
Nicolò Zavarise, Lega – Liga Veneta, “Quando uno non può più esprimere la sua idea senza essere etichettato come violento o antisociale,siamo di fronte ad una violenza che lede il diritto di espressione. Invece di presentare con chiarezza le vostre idee vi mascherate dietro parole come discriminazione e tutela. Qui non si tratta di essere a favore o contro a particolari situazioni, ma di far capire che questo è il primo passa per l’introduzione sociale che punta, contrariamente a quello che sostenete, a ledere le idee e il diritto di espressione degli altri diversi da voi”.
Giacomo Piva, Damiano Tommasi Sindaco, “La carta Ready che stiamo discutendo, non riguarda la scuola. Le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, secondo la normativa statale, sono autonome per quanto riguarda i programmi. L’obiettivo è quello di dotare gli insegnanti degli strumenti necessari per individuare eventuali criticità e attivare le soluzioni più consone al caso concreto. Per la costruzione dei progetti saranno ascoltate le realtà associative del territorio ed elaborate soluzioni in seno alla commissione comunale competente. Per questa amministrazione la partecipazione di tutte le forze politiche presenti in quest’aula e delle associazioni è e sarà essenziale”.
Beatrice Verzè, Traguardi, “Grazie ad una mozione di Traguardi, nel dicembre 2021 Verona è entrata a far parte della città “in difesa di”, rete che si impegna a promuovere e stimolare una cultura dei diritti e a lottare fianco a fianco dei difensori dei diritti umani. E’ stato un primo passo importante in questo percorso. Quella di oggi non è una semplice battaglia ideologica, come qualcuno vuol far credere. Anche per questo crediamo che sia fondamentale che un atto come questo passi dal voto del Consiglio. Ci darà l’opportunità di aprire le porte a quella casa comune che dovrebbero essere le istituzioni”.
Michele Bresaola, PD, “Progetti sociali che vanno nella direzione di ridurre le disuguaglianze, di qualsiasi tipo, sono un investimento. Determinati progetti non sono una fredda operazione contabile di “impegno di spesa”, bensì generano un beneficio per la collettività maggiore rispetto ai costi. In 16 anni dalla nascita della rete Ready la città di Verona non ha mai pensato di iniziare a lavorare in modo robusto su questo argomento. Questa adesione è l’inizio di un percorso strutturato sui diritti di persone che manifestano bisogni e reclamano ascolto”.
La Rete Re.A.Dy punta a individuare, mettere a confronto e diffondere politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender realizzate dalle Pubbliche Amministrazioni a livello locale e contribuire alla diffusione di buone prassi su tutto il territorio nazionale mettendo in rete e supportando le Pubbliche amministrazioni nella realizzazione di attività rivolte alla promozione e al riconoscimento dei diritti delle persone LGBTQIA+.
A Verona sono stati 1.678 i casi seguiti dal Sat Pink, il servizio accoglienza trans negli ultimi 10 anni, tra supporto psicologico, inserimento lavorativo e supporto per casi di violenza e discriminazione, 421 tra rifugiati e richiedenti asilo supportati dallo sportello Pink Refugees, nato nel febbraio 2017 all’interno del Circolo Pink di Verona, sono 259 le chiamate ricevute dal Telefono Amico nel solo 2022 ricevute da Pianeta Milk Verona LGBT* Center.
Vi aderiscono ad oggi Comuni capoluogo attorno a Verona quali Vicenza, Padova, Rovigo, Mantova, Brescia e Trento, le grandi città del Paese: Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo, Genova, Bologna, Firenze e Bari ma anche Regioni come Toscana, Piemonte, Marche e Emilia Romagna, per un totale di circa 230 tra Amministrazioni e Enti locali.