INTERVISTA DON FRANCESCO
Come anticipato nel nostro precedente articolo, la nostra comunità ha accolto questo mese un nuovo viceparroco, Don Francesco Facchinetti, di seguito, una sua breve intervista di presentazione.
Don Francesco, innanzitutto benvenuto fra noi e grazie per la disponibilità
Grazie a voi! Sono molto contento di poter raccontare qualcosa di me e farmi conoscere
Arrivi a noi a 30 anni dopo l’esperienza presso la parrocchie di Domegliara – Sant’Ambrogio, ma come è arrivata la “chiamata” del Signore?
Il Signore ha cominciato a farsi sentire ancora quando ero in prima superiore, non tanto con un’idea chiara e definita, ma con una sorta di interrogativo che avevo nel cuore: “Perché non prete?”, ricordo il grande desiderio di felicità che avevo in quel periodo, alimentato dall’entusiasmo per il Signore dei preti della mia parrocchia di origine gli Angeli Custodi nel quartiere stadio, poi, poco alla volta nel tempo delle superiori, ho maturato la risposta a quella domanda iniziale anche grazie all’esperienza di vita condivisa che ho fatto dalla terza alla quinta superiore in canonica con altri ragazzi e i preti ovviamente ma la decisione finale di entrare in seminario l’ho presa alla fine della 5^ superiore poco prima degli esami di maturità
Cosa ricorda del giorno dell’ordinazione?
Ricordo 3 cose, per prime le lacrime che scendevano durante il canto delle litanie dei santi mentre con i miei due compagni di classe eravamo stesi al centro della cattedrale, poi ricordo l’abbraccio con il prete che mi ha accompagnato fin da quando ero ragazzino e infine ricordo la felicità che mi faceva stare con il sorriso stampato sul viso
Quale credi sia il versetto del Vangelo che più ti rappresenta?
Tanti versetti mi sono cari ma 2 hanno una singolare importanza, il primo perché mi ha accompagnato nei diversi momenti del mio cammino ed è quello che si è radicato nel cuore: Giovanni 21,17 “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene”, una parola che mi parla sempre, il secondo è invece Atti degli Apostoli 2,42-48, scoperto durante il mio primo anno di curato a insieme agli animatori, che spesso ritornava negli incontri e attività con i ragazzi durante l’estate post lockdown, diventato il punto di partenza e di riferimento di ogni attività
Nei tuoi primi anni da Don c’è qualche situazione che ti ha coinvolto particolarmente e che ti andrebbe di condividere?
Sono prete da 3 anni e qualcosa, di cui uno e mezzo circa passato a “tappare i buchi e tamponare” le situazioni che la pandemia ha creato purtroppo! Insieme con i preti con cui condividevo il Ministero nell’Unità Pastorale Domegliara – Sant’Ambrogio, ci eravamo ingegnati in molti modi per rimanere accanto alle persone nei momenti di complicati, ricordo molte situazioni, alcune anche tristi purtroppo, che mi hanno coinvolto e interrogato profondamente, ho presente molti volti e situazioni condivise con ragazzi o famiglie ma mi risulta difficile poterne scrivere in poche righe.
Ringraziandoti per averci voluto parlare un po’ di te, se sei d’accordo, vorrei ora passare alla nuova esperienza che ti attende qui a Ca’ di David e quindi ti chiedo come hai trovato in questi tuoi primi giorni la nostra comunità. C’è qualcosa che ti ha colpito in particolare modo?
Passare da 8 parrocchie ad una 1 è una cosa che impatta molto, non tanto per gli impegni che sono sempre moltissimi ma per il fatto che è più semplice incontrare le persone per le vie del paese, prima non era così scontato e semplice, un ritmo tutto nuovo, e poi ammetto il rumore della strada principale è tanto e si fa notare! In queste prime 2 settimane sto incontrando tanti volti di comunità, per prima ho incontrato le persone che partecipano alle messe, poi in questi giorni sto incontrando i genitori dei bambini e ragazzi del catechismo, ci vorrà diverso tempo per incontrare tutti questo è sicuro
Nella precedente esperienza sappiamo hai ricoperto la funzione di Vicario seguendo in particolare modo il gruppo giovani, è un impegno che proseguirai anche nella nostra parrocchia?
Esattamente! Accompagnerò i ragazzi a partire dalla prima media, sempre fonte di tanta gioia, tante corse ed entusiasmo. Per me è la prima esperienza con i ragazzi delle medie, perché nelle parrocchie precedenti accompagnavo i ragazzi dalla terza media e quindi sono attualmente alle prese con la preparazione del materiale per gli incontri di prima e seconda media
Tra i progetti che hai seguito nella precedente esperienza qual’è stato per te il più entusiasmante?
Uno in particolare, avviare l’esperienza della casa per le settimane di vita insieme, anche chiamate convivenze, per gli adolescenti e giovani. In pochi mesi, con gli animatori, abbiamo pensato e preparato questa casa in una parte della canonica di Sant’Ambrogio, la dico grossa ma una settimana di convivenza equivale a quasi 1 anno di incontri serali, poi serve anche il gruppo adolescenti, ma dobbiamo ammettere che solo vivendo insieme si può sperimentare la preghiera, la quotidianità e la fraternità, un’esperienza di Vangelo esplosiva!
Hai già avuto modo di conoscere alcune delle nostre associazioni o gruppi di volontari che si occupano del nostro territorio?
In questi giorni ho incontrato e salutato centinaia di volti, dai volontari della sagra, alle signore che puliscono la chiesa, poi gli animatori dei ragazzi delle medie e adolescenti, ancora il coro delle voci bianche alle corali, sono veramente incantato da quante persone si muovono perché in comune abbiamo la stessa persona, il Signore Gesù
Hai già qualche progetto o idea che vorresti vedere realizzati qui in paese?
Intanto sto ascoltando catechiste e animatori per inserirmi nel cammino della parrocchia poi ovvio qualche desiderio c’è nella mia mente e nel cuore, intanto li condivido con il Signore, ma uno posso accennarlo, sarebbe bello creare anche qui a Ca’ di David un luogo dove poter vivere l’esperienza delle convivenze con gli animatori e adolescenti, io lancerò la proposta poi vediamo che succederà!
Oggi, dove e quando potremo trovarti per conoscerti di persona e scambiare due parole sulla nostra comunità?
Bella domanda, scherzosamente la canonica è il tetto che mi ripara dalla pioggia e il freddo, soprattutto dove condivido la preghiera e la fraternità insieme ai parroci Don Maurizio e Don Stefano, poi il cellulare e Instagram sono il modo più veloce per organizzare un incontro, il dove e quando poi lo si sceglie insieme ma certamente campetto, circolo Noi e campo sportivo sono luoghi in cui è più facile trovarmi, oltre che in giro con la bici visto che è la mia grande passione
Bene Don Francesco, ringraziandoti nuovamente per il tempo dedicato, ti chiediamo per concludere questa breve intervista un pensiero che vorresti rivolgere ai nostri parrocchiani
Riprendo il versetto di Atti 2,42-48, lascio a voi il gusto di cercarlo, perché è divenuto il sogno! Non è un qualcosa di ideale, senza sogni non si può vivere, sono i sogni che ci permettono di alzare la testa e lavorare con desiderio e passione. Preghiera, quotidianità, fraternità, condivisione sono 4 pilastri fondamentali e tutti e quattro sono contenuti in pochi versetti di Parola di Dio, c’è qualcosa di grande nascosto tra queste righe. A noi il compito di scoprire quali grandi doni il Signore ci sta mettendo tra le mani e come dico sempre, il Signore ci vuole bene!