DECRETO SOLIDARIETA’ ALIMENTARE
Il Dpcm di solidarietà alimentare è l’ultimo provvedimento del Presidente del Consiglio che prevede la distribuzione di buoni spesa per le persone più indigenti per una somma complessiva di 400 milioni di euro distribuita tra tutti i Comuni italiani in base al numero degli abitanti e alla media del reddito pro capite.
In base al primo criterio di spartizione, a Verona, con 252mila abitanti, spetta circa 1 milione 363mila euro, mentre nulla spetterà al capoluogo veronese sulla base del secondo criterio, già da ieri gli uffici dei servizi sociali del Comune sono al lavoro per capire come individuare i negozi che dovranno fornire i generi alimentari, come distribuire la somma e soprattutto come individuare con esattezza i beneficiari pertanto è prematuro rivolgersi agli uffici comunali per richiedere come percepire il suddetto sostegno pubblico.
Il Sindaco di Verona ha quindi voluto precisare, “La nostra macchina organizzativa è pronta per dare attuazione anche a questo decreto, ancora una volta, però, ci troviamo di fronte a difficoltà interpretative, visto che il documento non specifica chi sono i destinatati dei buoni spesa, nessuna polemica da parte mia, capisco benissimo la difficoltà nel gestire un paese così variegato e con priorità diverse da un Comune all’altro, già ieri mi sono confrontato con i 97 Sindaci della Provincia e siamo tutti concordi nel dire che non sarà facile dare applicazione a questo decreto, il welfare del nostro Comune è ad un livello elevato e capillare di assistenza, con le famiglie più indigenti già seguite dai nostri servizi sociali, in questo caso specifico, sarebbe stato meglio aprire ai Sindaci la possibilità di intervenire sulle emergenze che, quotidianamente, ci vengono segnalate, fornendo maggiore libertà di intervento e non limitando alla solidarietà alimentare, in effetti, sono i Sindaci il tassello amministrativo a stretto contatto con il territorio, di cui conoscono le peculiarità, a Verona, ad esempio, il macro problema del nostro tessuto economico e quindi delle nostre famiglie, è un altro, a noi servono misure per sostenere le attività produttive, le aziende, gli artigiani fermi, i negozi e i ristoranti chiusi, siamo una delle prime città italiane per turismo e saremo tra le più penalizzate dalla crisi economica generata dall’epidemia, a noi servono interventi strutturali, per far ripartire le attività e incentivare nuovamente il volano del turismo”.